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REQUISITI LEGALI PER AVVIARE UN’ATTIVITÁ

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 Title:
REQUISITI LEGALI PER AVVIARE UN’ATTIVITÁ
 Keywords
SOCIETÁ, BUSINESS, ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI
 Author:
AE
 Languages:
Italian
 Objectives/goals:

Si intende portare il lettore a conoscenza dei vari aspetti legali collegati all’avvio di un’attività imprenditoriale in tutte le loro sfaccettature così da massimizzare le probabilità di successo.   


L’attività imprenditoriale non è solo motore di ricchezza economica ma costituisce anche un importante tassello del valore di una comunità e del suo benessere sociale.

 

 

 


 Description:


Si è proceduto all’elenco delle dinamiche che portano al lancio di una piccola attività in proprio e di quelle che ne sono gli effetti – da quelli più vantaggiosi fino ai meno piacevoli.



 Course contents:

 ARTISTI E IMPRENDITORI, CONOSCERE GLI ASPETTI LEGALI

Tipi di Business

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Si definisce “business” quel processo che a partire da un insieme organizzato di risorse e di input, trasforma le stesse in beni e servizi a disposizione della collettività dietro un compenso monetario.

Le organizzazioni possono essere di molteplice natura, una prima tassonomia molto semplice individua tre macro-categorie fondamentali di business:  

SERVIZI – l’industria dei servizi fornisce al pubblico un prodotto intangibile (provo di consistenza fisica), parlando a tal proposito di servizio e non di “bene”.

MERCHANDISING – l’imprenditore acquista grandi quantità di prodotto direttamente dal mercato di approvvigionamento/fornitori per rivenderlo sul mercato di sbocco/consumatore finale a prezzo maggiorato. Il suo profitto è nella differenza positiva tra costo sostenuto e ricavo conseguito.

MANIFATTURIERO – attraverso forza lavoro e l’impiego di capitali (finanziari e non), all’acquisto delle materie prime segue la loro lavorazione così da potervi estrapolare il prodotto finale da rivendere poi al mercato dei consumatori.

INDUSTRIE IBRIDE – non è raro che un’attività d’impresa sia inquadrabile sotto più di una (o più) categorie industriali. In tal caso, a prevalere è il tipo di attività dominante per quella specifica professione/organizzazione.

 

 



Forma giuridica

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1. Ditta individuale – è un’impresa di proprietà di una sola persona. Relativamente facile da stabilire e più “economica” di altre forme. Il proprietario e pianamente responsabile dell’organizzazione; ciò vuol dire che, in caso di debiti insoluti, il creditore commerciale può rifarsi anche sul patrimonio personale dell’imprenditore-debitore. È la forma tipica delle microimprese a conduzione familiare.

2. Partnership – un partenariato è un business di proprietà di due o più persone che mettono in comune le loro risorse per il raggiungimento di uno scopo condiviso. Esistono sia soluzioni a responsabilità limitata che non, anche se la prima è quella meno comune.

3. Corporation – la persona giuridica del titolare dell’impresa è separata da quella dell’impresa stessa, ciò vuol dire che ciascun titolare (proprietario di una certa quota di capitale) è responsabile personalmente solo per la parte di società effettivamente detenuta. Gli azionisti, in genere, pur essendo gli effettivi proprietari della società, sono lontani dal processo decisionale sull’operatività e la gestione della stessa, rimandata invece al corpo dei dirigenti.

4. Società a responsabilità limitata – per aspetti simile sia al partenariato che alla corporation, nella SRL ciascun titolare è responsabile della società nei limiti della parte in cui ciò gli compete. A seconda di alcuni aspetti, una SRL può esser trattata fiscalmente al pari di una ditta individuale, una corporation o un partenariato.

5. Cooperative – le cooperative operano nell’interesse mutualistico dei loro soci (membri). Esempi tipici sono le cooperative del credito e dell’intermediazione finanziaria, delle utenze energetiche, etc.

 



Vantaggi e Svantaggi

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          Tra i VANTAGGI:
1.    Un forte senso di realizzazione personale e di padronanza delle proprie capacità
2.    La costruzione e la gestione di un qualcosa più grande del proprio sé da cui attingono e traggono beneficio una moltitudine di interessati
3.    Il traguardo di uno degli status sociale tra i più ambiti
4.    L’ammirazione della propria comunità di riferimento
5.    È un percorso di vita all’insegna del continuo apprendimento
6.    Soddisfazioni e benefit di lungo periodo

        Tra gli SVANTAGGI:
1.    Una dedica totale al proprio business e ai propri clienti
2.    La scarsità delle risorse e della capacità di assorbimento del mercato
3.    Il rischio della proprietà e la rinuncia a qualunque sicurezza salariale
4.    Il già menzionato rischio d’impresa

Volendo provare a fare lo stesso discorso rispetto le forme giuridiche possibili:

Libero Professionista:
VANTAGGI:
1. Agevolazioni tributarie e fiscali
2. Pieno controllo della società
3. Agevolazioni pubbliche
SVANTAGGI:
1, Responsabilità illimitata
2. Isolamento gestionale
3. Barriere al credito

Responsabilità Limitata:
VANTAGGI:
1. Responsabilità Limitata sui debiti contratti dall’impresa
2. Assetto decisionale semplice e snello
3. Bassa necessità di capitali
SVANTAGGI:
1. Indisponibilità quasi totale del capitale di avviamento
2. Bassa attrattività del capitale estero

Cooperative:
VANTAGGI:
1. Responsabilità limitata sul capitale di debito
2. Libero accesso dei membri al capitale
3. Sistema paritario di voto
4. L’incentivo del bene mutualistico, non del mero profitto
SVANTAGGI:
1. Limite all’assunzione esterna fissata al 30% sul totale del personale impiegato
2. Riserve e accantonamenti annui obbligatori da sottrarre alla distribuzione della ricchezza

 

 

 

 

 

 



Adempimenti amministrativi

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Dare il via alla tua attività è certamente qualcosa di molto stimolante. Dopo aver dato maggiore struttura e concretezza al tuo business plan e alla fase più creativa di pianificazione, è opportuno iniziare a considerare seriamente tutti gli adempimenti amministrativi necessari per concludere la costituzione dell’impresa vera e propria.

I primi due step sono essenzialmente:

1. La registrazione della ragione sociali
Per registrare il tuo business ti affiderai con ogni probabilità o ad un nome “fittizio” (di fantasia) o assegnerai alla tua organizzazione un nome commerciale. Questo semplice processo serve a renderti identificabile e riconoscibile al mercato e alle autorità di governo.

2. Permessi, licenze, brevetti, etc.
A seconda del tipo attività che svolgi, dove la svolgi e con quali mezzi la svolgi, avrai necessità di permessi dedicati e specifici propedeutici all’esercizio della tua impresa.
Le possibilità sono molto e il rischio di perdersi nella burocrazia è alto: assicurati di fare bene le tue ricerche così da adeguarti perfettamente alla legislazione vigente.

Il seguente link riporta ad una piccola finestra sugli sportelli unici europei, portali di informazione consultabili liberamente da aspiranti imprenditori e non:

https://ec.europa.eu/growth/single-market/services/services-directive/in-practice/contact_it



Il lavoro autonomo in Europa

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Seppur non è facile tracciare delle similitudini tra un mercato e l’altro, abbiamo comunque cercato di tracciare un quadro molto generale del lavoro autonomo in Europa per le seguenti nazioni:

Spagna: la commissione media per un freelancer nel 2019 è stata di € 283,3/mese a copertura di eventuali impossibilità alla professione, malattia, incidenti, cessazione di attività e periodo di formazione. La copertura delle contingenze ha cessato di essere volontaria nel 2019 ed è rientrata nel versamento autonomo di autoimpiego nella soglia del 0,7% di un 30% totale imponibile. Queste contingenze sono state aggiunte a quelle normalmente obbligatorie per l’autoimpiego ora fissate al 28,30%. Nel 2019, al primo di Gennaio, il fee per I lavoratori autonomi che soddisfavano i requisiti per il tasso fisso (una piccola percentuale della popolazione totale) andava dai 50 ai 60€ per la registrazione come lavoratore autonomo. Il contributo minimo per l’impiego autonomo corporate ha registrato un aumento sostanziale di €364,22/mese.

UK: La soglia minima negli UK è di €14/mese se il salario mensile non supera approssimativamente i €600, considerando che il sistema tributario britannico ha stabilito un costo proporzionato alle entrate. Tuttavia, questa informazione è da contestualizzare tenuto conto che l’imposta britannica è su base progressiva. Se il lavoratore stesso prevede che la sua entrata sarà superiore ai €6000/anno, il fee totale non supera i €58/mese.
Questa copertura è a garanzia solo della previdenza, di un’indennità per motivi grave di salute (i.e. decesso) e della gravidanza.

Olanda: Il fee annuo è di una quota quasi completamente irrisoria, solo €50. Tale somma tuttavia, non include alcun tipo di copertura sociale – ciascun lavoratore quindi ha a suo carico l’assicurazione medica (approssimativamente €100/mese) più, eventualmente, tributi previdenziali e assicurazione contro infortuni.

Irlanda: Non c’è alcun vero e proprio fee annuale/mensile. L’ammontare è calcolato sul 4% imponibile ed è a copertura di assicurazione sanitaria, contributi previdenziali, maternità, etc.

Germania: al superare di un’entrata mensile di €1700, la quota si attesta sulla cifra di €140.

Paesi Bassi: il lavoratore autonomo vede a suo carico l’assicurazione sanitaria, coperta da una cifra che si aggira tra i 150 e i €250/mese – assicurazioni e altri fondi di garanzia sono lo stesso a loro carico.

Portogallo: il Portogallo applica un principio proporzionale, il 24,5% del totale dichiarato (32% per casi più specifici).

Danimarca: tra i più cari d’Europa, dal 25 fino anche al 50% dell’imponibile, il sistema tributario danese è anche uno dei più efficienti e redistributivi – coprendo infortuni, malattie, maternità e disoccupazione.

Italia: similmente al Portogallo, anche in Italia esiste un principio proporzionale basato però sul profitto e non sul reddito (20-30%) – i contributi versati sono a copertura del paino pensionistico, malattia, infortunio e disabilità, disoccupazione, assicurazione sanitaria.

Francia: per il lavoratore autonomo residente fiscalmente in Francia, sul primo anno di attività non grava alcun contributo. Dal secondo in poi, il tasso di aliquota varia da reddito e professione e può fluttuare tra il 12 e il 21,3%. La quota accantonata è a copertura di piano pensionistico, assicurazione sanitaria, disoccupazione e disabilità. Per questioni concernenti solo la salute, il lavoratore autonomo – dopo aver anticipato tutte le spese – riceve un rimborso direttamente dalla cassa statale che può andare dal 65% dell’esborso sostenuto fino anche al 100%.

 

 Results


 Indicators


 Bibliography


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