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DECISION MAKING

MFS_COU_3_IT  

 Title:
DECISION MAKING
 Keywords
decision-making,processo di decision-making, stili didecision-making, decision-making di gruppo o individuale, decision making etico
 Author:
AGH
 Languages:
Italian
 Objectives/goals:

Lo studente sarà in grado di:
a) Definire il concetto di decisionmakinge comprendere il suo ruolo nel processo di gestione di un’organizzazione.
b) Identificare le principali caratteristiche del processo decisionale e descrivere i suoi otto step
c) Distinguere i diversi stili decisionali
d) Identificare i pro e i contro del processo decisionale individuale e di gruppo
e) Sapere che cos'è una decisione etica, identificare le influenze situazionali sul processo decisionale etico e come gestire e migliorare quest’ultimo


 Description:
Una decisione può essere definita come un’azione volutamente attuatapartendo da una serie di alternative per raggiungere degli obiettivi. Il processo decisionale è parte integrante della gestione moderna. Essenzialmente, il processo decisionale razionale o sano è considerata funzione primaria del management in ogni azienda. Questo corso ha lo scopo di aiutarti a sviluppare le tue capacità decisionali, essere più consapevole delle differenze tra il processo decisionale individuale e di gruppo e sviluppare il tuo stile decisionale personale.


 Contents



 Course contents:

 PRINCIPI DI DECISION-MAKING

Decision-making –Introduzione

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Gli individui a tutti i livelli e in tutte le aree delle organizzazioni prendono decisioni considerando due o più alternative. Le decisioni sono prese nell'interesse dell'organizzazione: devono essere decisive per la scelta della strada da seguire. Ogni organizzazione deve prendere decisioni prima o poi come parte del processo manageriale. Infatti, essere in grado di prendere decisioni critiche è una delle tante abilità che ogni manager dovrebbe avere, sia esso di primo livello, medio o entry level. Ad esempio, i manager di alto livello prendono decisioni riguardo gli obiettivi della loro organizzazione, su dove avere gli impianti di produzione, su quali nuovi mercati spostarsi e su quali prodotti o servizi da offrire. I manager di livello medio e inferiore prendono decisioni sui programmi di produzione settimanalmente o mensilmente, sui problemi che potrebbero sorgere, sugli aumenti salariali e sulla disciplina dei dipendenti. Mentre le piccole organizzazionicoinvolgono tutti i manager, quelle più complesse dipendono in gran parte da team di professionisti appositamente formati per prendere ogni tipo di decisione. Nonostante ciò, prendere una decisione non è qualcosa che solo i manager fanno: tutti i membri dell'organizzazione prendono decisioni che influiscono sul loro lavoro e sulle organizzazioni per cui lavorano.

 



Definizione del decision-making

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Come è stato detto nella sezione precedente, il processo decisionale è parte integrante del management moderno. Essenzialmente, il processo decisionale razionale o sano è considerata come la funzione primaria del management. Le decisioni svolgono un ruolo importante in quanto determinano sia il funzionamento delle attività organizzative che delle attività manageriali. Una decisione può essere definita come un’azione volutamente intrapresa partendo da una serie di alternative per raggiungere obiettivi organizzativi o manageriali.

Secondo l'Oxford Advanced Learner's Dictionary il termine decisionmaking significa - il processo di decidere qualcosa di importante, in un gruppo di persone o in un'organizzazione.

Come sostiene Chris Ogueri, prendere una decisione implica che ci sono scelte alternative da prendere in considerazione, ovvero quella che: (1) ha la più alta probabilità di successo o l'efficacia e (2) si adatta meglio ai nostri obbiettivi, desideri, stile di vita, valori e così via. Ci devono essere alcune alternative autentiche tra cui scegliere. Si noti che "farlo" o "non farlo" non si qualifica come un insieme di alternative. Solo "fai questo" o "fai qualcos'altro" vale davvero. In secondo luogo, ogni decisione deve essere presa alla luce di un qualche livello di giudizio. Questa norma di solito è espressa sotto forma di criteri, che riflettono i valori e le preferenze di chi decide. Questi valori e preferenze sono spesso influenzati da determinati fattori, regole, legge, migliori pratiche e via dicendo.

 



Caratteristiche del Decision Making

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Il processo decisionale ha molte caratteristiche, alcune delle quali sono descritte come segue:

1. Il processo decisionale implica la scelta tra due o più azioni alternative. L'alternativa selezionata potrebbe essere corretta o errata. Ciò sarà deciso in futuro, ovvero quando i risultati si paleseranno.

2. Attività/processo continuo - il processo decisionale è un processo continuo e dinamico. Si manifesta in tutte le attività organizzative. I dirigenti devono prendere decisioni su varie questioni politiche e amministrative: un'attività insomma senza fine all’interno del management.

3. Attività mentale/intellettuale - Il processo decisionale è un'attività o un processo o un'attività mentale e intellettuale e richiede conoscenze, competenze, esperienza e maturità da parte di colui che decide.

4. Informazioni/feedback affidabili - le buone decisioni sono sempre basate su informazioni affidabili. La qualità del processo decisionale a tutti i livelli di un'organizzazione può essere migliorata con il supporto di un sistema informativo di gestione efficace.

5. Processo orientato agli obiettivi - il processo decisionale mira a fornire una soluzione a un dato problema o difficoltà affrontata da un'organizzazione.

6. Il processo decisionale è un mezzo per risolvere un problema o per raggiungere un obiettivo e non il fine in sé.

7. Si riferisce a un problema specifico - il processo decisionale non è identico al problem solving, pur avendo le sue radici in un problema.

8. Il processo decisionale è un'attività che richiede molto tempo inquanto si richiede un'attenta considerazione dei vari aspetti del problema prima di prendere la decisione finale. Questo rende il processo decisionale un'attività che richiede tempo.

9. Necessità di una comunicazione efficace- le decisioni prese devono essere comunicate a tutte le parti interessate per adeguate azioni di follow-up. Tali decisioni rimarranno sul documento solo se non saranno comunicate alle persone interessate. Le azioni di follow-up non saranno possibili in assenza di una comunicazione efficace.

10. Processo pervasivo - il processo decisionale è tutto pervasivo. Ciò significa che i dirigenti che lavorano a tutti i livelli devono prendere decisioni su questioni all'interno della loro giurisdizione.

11. Lavoro responsabile - il processo decisionale è un lavoro di responsabilità in quanto le decisioni sbagliate si rivelano essere troppo costose per l'organizzazione. Coloro che decidono dovrebbero essere maturi, esperti, competenti e razionali nel loro approccio. Il processo decisionale non deve essere trattato come un'attività ordinaria e occasionale poiché si tratta di un lavoro delicato e di responsabilità (Ogueri, 2019).

 


 STILI DI DECISION-MAKING

Stili di decision-makingdalla prospettiva del trattamento delle informazioni

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Stile non intermediato

I decision maker che utilizzano questo stile hanno una bassa tolleranza verso l’ambiguità essendo razionali nel modo di pensare: prendono decisioni in modo rapido e sull’arco di un breve periodo. La loro efficienza e la loro velocità nel prendere decisioni spesso si traducono in decisioni prese con informazioni minime e valutazioni di poche alternative.
Quando usare il decisionmaking non intermediato
Questo stile decisionale si adatta bene a situazioni stabili, con pattern ripetuti ed eventi coerenti o per casi in cui esiste un rapporto di causa-effetto chiaro; in altre parole, una risposta giusta esiste e la si comprende collettivamente.

Segnali che indicano un approccio diverso da adottare necessario
Quando le operazioni funzionano senza intoppi, è facile per i leader cadere vittima della loro compiacenza. I leader devono essere consapevoli della complessità mutevole di situazioni particolari che richiedono un conseguente cambiamento dello stile decisionale.

Stile analitico
I decision maker che adottano uno stile analitico hanno una tolleranza molto maggiore per l'ambiguità rispetto allo stile non intermediato. Vogliono più informazioni prima di prendere una decisione e considerano più alternative. Si tratta quindi didecision maker attenti con capacità di affrontare situazioni particolari.

Quando usare lo stile analitico
Le decisioni analitiche sono utili in situazioni in cui può esserci più di un’alternativa giusta. Usa questo stile per risolvere i problemi in cui la relazione causa-effetto è individuabile ma non immediatamente evidente. In primo luogo, si utilizza questo approccio per esplorare diverse opzioni o soluzioni per arrivare a scegliere l'azione più appropriata.

Segnali che indicano la necessaria adozione di un approccio diverso
I segnali di avvertimento più significativi dati da un uso eccessivo dello stile analitico è la paralisi dell'analisi. Se ti ritrovi ad operare in uno stato di eccessiva analisi o di eccessiva riflessione senza agire o raggiungere una decisione, devi abbandonare questo approccio.

Stile concettuale
Gli individui con uno stile concettuale tendono ad essere molto ampi nella loro prospettiva e guardano a molte alternative. Si concentrano a lungo termine e sono molto bravi a trovare soluzioni creative ai problemi.

Quando utilizzare il processo decisionale concettuale
Si applica il processo decisionale concettuale quando ci sono problemi che coinvolgono molte idee concorrenti. Questo stile decisionale è più adatto per situazioni caratterizzate dall’imprevedibilità e adatte ad approcci creativi e innovativi. In questi scenari, non esiste una soluzione immediata benché i pattern risolutivi emergano nel tempo. L'utilizzo di uno stile concettuale tiene conto della pianificazione a lungo termine e di variabili sconosciute.

Segnali evidenti di un cambiamento di stile necessario
Non è consigliabile utilizzare un approccio concettuale se la decisione che è necessaria prendere comporta una situazione che richiede una struttura e risultati definiti. C'è poco spazio per l'errore che rientra nel processo decisionale concettuale.

Stile comportamentale
I decision maker con uno stile comportamentale lavorano bene con gli altri. Si preoccupano per i risultati di coloro che li circondano e sono ricettivi verso suggerimenti di altri. Spesso organizzano riunioni per comunicare, cercando di evitare conflitti. L'accettazione da parte di altri è importante per questo stile decisionale.

Quando utilizzare il processo decisionale comportamentale
Come il processo decisionale concettuale, lo stile comportamentale richiede una comunicazione proattiva. Questo stile adotta un approccio più introspettivo discutendo soluzioni che hanno funzionato in passato piuttosto che cercare nuovi pattern risolutivi.

Segnali che è necessario adottare un approccio diverso
Se nelle sessioni di discussione di gruppo non si raggiunge mai un accordo, potrebbe essere necessario prendere in considerazione un altro approccio. Al contrario, se delle nuove idee non vengono mai esposte, il processo decisionale comportamentale potrebbe non essere l'opzione migliore. Anche se questo stile decisionale funziona a beneficio del gruppo nel suo complesso, richiede un leader deciso a portare a termine un progetto. Se necessario, cerca modi diversi per costringere le persone a pensare al di fuori di ciò che è loro familiare.



Stili decisionali dal punto di vista partecipativo

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Il leader prende la decisione da solo e la annuncia ai membri del gruppo.
Questo stile richiede poco tempo e nessun coinvolgimento. Viene utilizzato soprattutto nelle emergenze in cui l'azione immediata è fondamentale. L'input non è utile, ciò che conta sono un'azione rapida e ottemperanza immediata. Purtroppo, alcuni leader usano questo tipo di approccio quando non c'è alcuna emergenza.

Il leader considera il contributo dei membri del gruppo e decide.
Il leader cerca input, di solito per migliorare la profondità di comprensione del problema. Le persone chiave detengono informazioni importanti e non consultarle sarebbe sciocco.

Il leader raccoglie input dal gruppo e decide.
Il capo tiene una riunione di gruppo e sollecita loro il contributo: ascolta idee, prende queste informazioni e decide.

Processo decisionale di gruppo tramite consenso.
Il leader fa parte del gruppo e il suo voto conta quanto quello degli altri. Il gruppo elabora tutte le informazioni coinvolte e si raggiunge il consenso quando tutti sono convintidella decisione presa.

Il leader delega il processo decisionale con criteri/vincoli al gruppo.
Leader delega la decisione da prendere al gruppo, non fa parte delle discussioni decisionali. Questo livello richiede che lui/lei sia molto chiaro con il gruppo su quali sono siano i criteri/vincoli che devono essere soddisfatti per poter andare avanti. Il mancato rispetto di tali criteri potrebbe comportare un passo indietro o alla scelta di un'opzione alternativada parte del leader e l'utilizzo di un altro stile per portare avanti la decisione. Il leader responsabile dovrebbe comunque lasciare che l'autorità per l’approvazione finale sia il gruppo.


 PROCESSO DI DECISION MAKING

Processo di decision-making – introduzione

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Prendere decisioni fa parte della vita di tutti i giorni. Alcuni lo considerano un'arte, altri una competenza. Le decisioni possono essere personali o professionali, ma, in ogni caso, le scelte avranno spesso conseguenze durature. In altre parole, le decisioni che prendiamo hanno il potenziale per influenzare noi stessi e gli altri a breve e lungo termine. Pertanto, è importante possedere una serie di competenze che vi permetterà di riflettere e soppesare alternative per scegliere l'opzione che è la più appropriata in una data situazione.

Anche se il processo decisionale è tipicamente descritto come "scegliere tra alternative", tale opinione è troppo semplicistica. Infatti, il processo decisionale è un processo complesso, non solo un semplice atto di scelta tra alternative. Anche per qualcosa di semplice come decidere dove andare a pranzo, si fa molto di più che scegliere pasta o bistecca. Certo, non si può passare troppo tempo contemplando una decisione su dove pranzare, benché il processo sia identico.

A seconda dell'origine e di alcuni concetti, il processo decisionale è descritto come un processo costituito da 6 a 11 passaggi. In questa unità presenteremo il concetto che identifica un processo di decisione in 8 step. Si inizia con l'identificazione di un problema e criteri decisionali, poi si passa allo sviluppo, all'analisi e alla scelta di un'alternativa in grado di risolvere il problema,si implementa l'alternativa e si conclude con la valutazione dell'efficacia della decisione. Questo processo può essere utilizzato per descrivere il processo decisionale individuale e di gruppo.

 



Il processo decisionale in otto fasi

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1. Identificazione di un problema
Il processo decisionale inizia con l'esistenza di un problema o, più specificamente, una discrepanza tra uno stato di cose esistente e uno stato desiderato. Definire problemi in modo efficace non è semplice o banale. Per identificare un problema, è necessario riconoscere e comprendere le sue tre caratteristiche:
•    Assicurarsi di identificare il problema effettivo piuttosto che un suo sintomo.
•    Si deve essere sotto pressione per agire. Un vero problema mette sotto pressione il decision maker: un problema che non crea pressioni è un problema che può essere rinviato.
•    È necessario disporre dell'autorità o delle risorse necessarie per agire. Quando si riconosce un problema e si è sotto pressione per agire ma non si dispone delle risorse necessarie, di solito vengono avanzate richieste irrealistiche.

2.    Identificare i criteri di decisione
Dopo aver individuato un problema, è necessario identificare i criteri decisionali importanti per risolverlo. Si determina quindi ciò che è rilevante nel prendere eventuali decisioni. Se esplicitamente dichiarato o meno, ogni decision maker ha criteri che guidano la propria decisione che potrebbero essere:
•    Costi che saranno sostenuti (investimenti necessari)
•    Rischi che potrebbero verificarsi (possibilità di danno)
•    Risultati desiderati (crescita dell'impresa)

3.    Criteri di priorità
Se i criteri identificati nel passaggio 2 non sono altrettanto importanti, il decision maker deve valutarli per dare loro la giusta priorità nella decisione. Un approccio sempliceè quello di dare priorità 10 al criterio più importante e quindi assegnarne ad altri rispetto a questo 10. Pertanto, un criterio 10 sarebbe due volte più importante di uno con 5. Naturalmente, è possibile utilizzare qualsiasi altra scala o qualsiasi numero come priorità più alta. L'idea è quella di dare priorità ai criteri identificati nel passaggio 2 assegnando un valore a ciascuno di essi.

4.    Sviluppare alternative

Il quarto passo del processo decisionale vuole cheil decision maker elenchi alternative valide atte a risolvere il problema: deve essere molto creativo.

5.    Analizzare le alternative
Una volta individuate le alternative, il decision maker deve analizzare criticamente ciascuna di esse valutandola in base ai criteri stabiliti nei passaggi 2 e 3. Da questo confronto, i punti di forza e di debolezza di ogni alternativa diventano evidenti.

6.    Selezionareun’alternativa
La sesta fase è quella di scegliere la migliore alternativa tra quelle considerate. Una volta che tutti i criteri pertinenti nella decisione sono stati valutati e le alternative più valide sono state analizzate, scegliamo quella che ha generato il totale più alto nel passaggio 5.

7.    Implementarel’alternativa
Lo step 7 riguarda il mettere in pratica la decisione presa. Ciò comporta la sua trasmissione alle persone interessate e l'ottenimento del loro impegno nei suoi confronti. Se le persone che hanno bisogno di prendere una decisione partecipano al processo decisionale, sono più propensi a sostenere con entusiasmo il risultato invece di sentirsi dire solo quello che devono fare.

8.    Valutare l’efficacia della decisione

L'ultimo step del processo decisionale comporta la valutazione dell'esito della decisione per verificare se il problema sia stato risolto. Se la valutazione dimostra che il problema esiste ancora, il decision maker deve valutare cosa è andato storto.
•    Il problema è stato affrontato in modo errato?
•    Sono stati commessi errori durante la valutazione delle alternative?
•    L'alternativa giusta è stata scelta ma non implementata correttamente?

Le risposte potrebbero portare a rieseguire il passaggio precedente o potrebbero anche richiedere il riavvio dell'intero processo.

 


 DECISION-MAKING INDIVIDUALE E DI GRUPPO

Vantaggi e svantaggi del decision-making di gruppo

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Il processo decisionale di gruppo è un tipo di processo partecipativo in cui più individui agiscono collettivamente, analizzano problemi o situazioni, considerano e valutano azioni alternative. Ha alcuni pro e contro, alcuni dei quali sono menzionati di seguito:

Vantaggi del decision-making di gruppo
•    Idealmente, il processo decisionale sfrutta i diversi punti di forza e competenze dei suoi membri. In tal senso, è possibile che il gruppo possa generare un maggior numero di alternative di qualità superiore a quelle di un singolo. Se viene generato un maggior numero di alternative di qualità superiore, è probabile che il gruppo alla fine opteràper una soluzione migliore rispetto al singolo.
•    Il processo decisionale di gruppo può anche portare a una maggiore comprensione collettiva dell'eventuale linea di azione scelta poiché è possibile che diversi membri abbiano effettivamente contribuito alla decisione finale. Ciò può portare alla formazione di un senso di "proprietà" della decisione che probabilmente contribuirà ad una maggiore accettazione dell'azione scelta e a un maggiore impegno da parte delle persone interessate per renderla efficace.

Svantaggi del decision-making di gruppo
•    I gruppi sono generalmente più lenti nel prendere decisioni rispetto ai singoli quindi a volte è difficile utilizzarle in situazioni in cui le decisioni devono essere prese molto rapidamente.
•    Uno dei problemi più frequenti è il pensiero di gruppo che si verifica quando i membri di un gruppo sentono la pressione di conformarsi a quella che sembra essere la visione dominante all’interno della stessa. Le opinioni discordanti dell'opinione della maggioranza sono soppresse e non si esplorano azioni alternative.
•    La polarizzazione di gruppo è un altro potenziale svantaggio del processo decisionale di gruppo. La tendenza del gruppo è quella di convergere su soluzioni più estreme ad un problema. Questo fenomeno "altamente rischioso" è un esempio di polarizzazione: si verifica quando la decisione del gruppo è più rischiosa di quanto quella presa da un singolo. Ciò può derivare dal fatto che i singoli a volte non sentono la stessa responsabilità nei confronti delle azioni decise ingruppo.

 



Vantaggi e svantaggi del decision-making individuale

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Gli individui hanno la tendenza a pensare e mettere in discussione prima di agire. Ciò è fruttuoso nell'analisi del comportamento del singolo. Il processo decisionale individuale ha alcuni pro e contro, alcuni dei quali sono menzionati di seguito:

Vantaggi del decision-makingindividuale
•    Un singolo prende generalmente decisioni tempestive. Quando un gruppo è dominato da varie persone, il processo decisionale richiede molto tempo.
•    I singoli sono responsabili dei loro atti e le loro prestazioni. Mentre in un gruppo non è facile ritenere una sola persona responsabile di una decisione sbagliata.
•    Il processo decisionale individuale consente di risparmiare tempo, denaro ed energia al contrario del processo decisionale di gruppo che invece ne fa perdere.
•    Le decisioni individuali sono più mirate e razionali rispetto alle decisioni di gruppo.


Svantaggi del decision-makingindividuale
•    Un gruppo ha il potenziale per raccogliere più informazioni rispetto a un singolo durante il momento decisionale.
•    Mentre prende una decisione, un singolo considera le proprie opinioni e intuizioni mentre un gruppo, avendo più membri e disponendo di conseguenza di più opinioni e approcci, potrebbe portare a una decisione migliore.
•    Un singolo non prenderà in considerazione gli interessi di ogni membro mentre un gruppo potrebbe considerare l'interesse di tutti i membri di un'organizzazione.

 


 ASPETTI ETICI DEL DECISION MAKING

Decisioni etiche

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La decisione etica riguarda un giudizio su ciò che è giusto o sbagliato. Una decisione etica è quella in cui si sceglie come rispondere a una determinata situazione basata sul bene e sul male, dunque su questioni morali. Ci sono una serie di fattori che indicano lo stato morale:

a) La decisione avrà probabilmente un effetto significativo sugli altri: si occupa di danni e benefici, considerazione del bene sociale, cioè considerazioni di altri al di là di sé stessi.

b) Una o più parti percepiscono la decisione come eticamente rilevante. Indipendentemente dal fatto che chi decide consideri una decisione come aventi contenuto etico, se altri lo fanno, la decisione comporterà immediatamente un certo grado di eticità.



Orientamento etico

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La capacità di valutare se qualcosa è giusto o sbagliato richiede conoscenze di base sul modo in cui possiamo valutarlo (ragionamento etico). Ci sono due grandi teorie etiche che tentano di specificare e giustificare le regole e i principi morali: l'utilitarismo (chiamato anche consequenzialismo) e l'etica deontologica. L'utilitarismo è una teoria che afferma che solo una cosa, l'utilità, è rilevante per le decisioni etiche. L'opzione che produce la massima utilità è l'unica opzione etica. I deontologi credono che i doveri prevalgano su tutto il resto. Un dovere è una responsabilità, un obbligo, un impegno vincolante.

 



Fasi del decision-makingetico

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I modelli decisionali etici cercano di rappresentare due cose: 1) Le diverse fasi del processo decisionale a cui le persone vanno incontro rispondendo ad un problema etico in un contesto di business e 2) le diverse influenze su questo processo.

I.    Riconoscereunaquestione morale
II.    Esprimeregiudizisu tale questione
III.    Scaturireun’azione da quell giudizio
IV.    Agiresecondo le intenzioni stabilite.

I giudizi morali possono essere dati in base alla considerazione dei diritti, dei doveri, ecc. (diverse teorie etiche). Tuttavia la maggior parte delle ricerche indicano che i manager tendono a fare affidamento principalmente sul pensiero consequenzialista. Vedi nelle diapositive allegate l'esempio dell'etica consequenziale. 

 



Influenze sul decision-making etico

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Fattoriindividuali
Sono caratteristiche uniche dell'individuo che prende la decisione più adatta, (ad esempio la sua età, sesso) e quelli acquisiti dall'esperienza e dal socializzare (ad esempio istruzione, comportamenti).

Fattori riguardanti una data situazione o contesto
In questo caso, sono le caratteristiche di un contesto ad influenzare la decisione etica o non etica di un singolo, per es.: contesto lavorativo (ruoli professionali, cultura organizzativa) e quelli associati alla questione stessa (come l'intensità della questione morale o del suo inquadramento etico).

Razionalizzare un comportamento non etico
Le tattiche di razionalizzazione sono strategie mentali che consentono agli individui di vedere i loro atti corrotti come giustificati. È una parte del processo di inquadratura morale che giustifica le azioni non morali. Nell'ambito di tali strategie, possiamo identificare: negazione della responsabilità, negazione del pregiudizio, negazione della vittima, peso sociale, appello a una maggiore lealtà, metafora del registro (ad esempio, gli individui sostengono che hanno il diritto di avere comportamenti devianti a causa di meriti maturati). Vedere esempi di diapositive allegato o spiegazione, ecc.

 

 Results


 Indicators


 Bibliography

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•    Brian G. Barnes, Critical thinking structures for business ethics
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•    https://ethicsunwrapped.utexas.edu/glossary/
•    https://legaldictionary.net/ethical-reasoning/
•    https://www.decision-making-solutions.com/glossary_p.html#Problem_solving
•    https://www.lexico.com/en/definition/problem).
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•    https://www.referenceforbusiness.com/management/Gr-Int/Group-Decision-Making.html
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•    Trewartha R.L., Newport M.G. (1982) Management, Dallas and Business Publication.


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